Il Coro Alte Cime è il coro ANA della Sezione di Brescia, è costituito solo da Alpini in congedo associati alla sezione ed esegue cante degli Alpini e della montagna.
Costituito nel 1995, alla guida dell’alpino Cristian Borboni, nel 1996, per volere dell’allora Presidente Sandro Rossi
e del consiglio sezionale di allora, la Sezione ANA di Brescia lo ha ufficialmente riconosciuto. Il Coro è stato successivamente guidato per quasi 15 anni dal M° Giuseppe Pagani, autore delle armonizzazioni di una parte del repertorio del coro e purtroppo scomparso improvvisamente nel 2014, poi di nuovo da Cristian Borboni, entrambi supportati dal corista alpino Piero Castrezzati, il quale ha effettuato l’ultimo passaggio di consegne nel 2015.
Dal 2015 la direzione è affidata all’alpino Gianmario Gerardi, con il supporto e la collaborazione tecnica e artistica dell’alpino M° Manuel Scalmati, di notevole esperienza coristica. Negli anni, a fianco di un costante rinnovo del repertorio, la timbrica ha sempre mantenuto la sua originalità di fondo, una delle caratteristiche più distintive del coro Alte Cime nel rappresentare il Corpo degli Alpini.
Nei suoi primi 30 anni si è esibito in più di 1000 concerti, molti dei quali tenuti in sedi importanti, in occasione delle Adunate Nazionali, ma anche a Darmstadt (Germania), St. Moritz (Svizzera) e Vienna. Nel 2006, il Presidente Carlo Azeglio Ciampi, ha conferito al coro la medaglia Presidenziale, per meriti culturali. Nel 2018, in occasione dell'inaugurazione del "Ponte dell'amicizia" il coro si è esibito a Rossosh in Russia, attraversando i luoghi più significativi della ritirata del '43 e nel 2022 è stato in Albania. Il 24 aprile 2024 il coro Alte Cime ha cantato all'inizio dell'udienza papale in piazza San Pietro a Roma e ha incontrato personalmente Papa Francesco.
Il Coro ha inciso 4 CD, l'ultimo nel 2024. Parte del ricavato della vendita di questi CD è devoluto alla Scuola Spastici e Miodistrofici “Nikolajewka” di Brescia.
Cantiamo brani che gli italiani hanno cantato per lo più da soldati, nelle trincee, in marcia, sussurrato la sera sotto una tenda fredda, in condizioni spesso di grande dolore, e perciò il coro riporta vivo anche quel dolore. Ma ascoltandoci non prevale il lamento del dolore, prevale il cuore vivo dell’uomo che, nonostante il gran tribolare, dice che c’è qualcosa di più grande e immortale, che niente potrà mai far tacere.